Città del Vaticano, Basilica di San Pietro, 18 marzo 2025
Omelia Messa all’Altare della Cattedra
La cattedra
di Mosè, di Pietro, degli scribi e farisei…
Ci troviamo in un luogo tra i più suggestivi del mondo, soprattutto per noi cristiani. Siamo a pochi passi dal sepolcro di Pietro. Celebriamo l’Eucaristia sull’Altare della Cattedra. Davanti a noi il trono ligneo, che secondo la leggenda apparteneva a san Pietro, oggi incastonato della stupenda composizione del Bernini (XVII sec.).
La catterdra: il Vangelo di oggi ci parla proprio della cattedra: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei” (Mt 23,1). La cattedra indica il luogo dell’insegnamento. Per questo la Chiesa ha istituito anche la festa della Cattedra di Pietro, che oggi ricorre il 22 Febbraio: per celebrare il compito di insegnamento affidato a questo apostolo, di testimonianza, di punto di riferimento: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,31-32). Ben presto il vescovo di Roma, successore di Pietro, in quanto pastore di questa Chiesa, ha nella cristianità il ruolo di “punto di riferimento”, di “presiedere alla carità”. Come insegna Ignazio di Antiochia. Questa dunque la cattedra di San Pietro.
C’è poi la cattedra di Mosè, di cui parla Gesù nella pagina di Vangelo di oggi. In cosa consiste? Mosè è inviato da Dio per salvare il popolo. Lo guida fuori dall’Egitto fino alle soglie della terra promessa. Gli comunica la Legge, scolpita sulle tavole nel monte Sinai. Mosè è colui che ha un rapporto intimo con Dio, tale da divenire la voce stessa di Dio. Proprio lui, che non sapeva parlare (Es 4,10): in questo consiste la sua cattedra.
A questa cattedra Gesù contrappone quella degli scribi e farisei. Gesù è ormai a Gerusalemme, siamo negli ultimi giorni della sua vita terrena. Ha cacciato i venditori dal tempio. Inizia lo scontro finale. I suoi avversari gli tendono alcuni tranelli, ma lui li supera. Poi passa al contrattacco. In che cosa consiste la cattedra degli scribi e i farisei? Esattamente l’opposto di Mosè: “Dicono e non fanno”; impongono agli altri delle pratiche insopportabili, che loro per primi non osservano; sono maestri nell’incoerenza. Amano apparire: per loro conta l’immagine, quello che altri dicono di loro, perciò allungano filatteri e frange: strumenti di preghiera che però erano esteriori al corpo. Perciò non pregano con il cuore. Amano essere i primi e fanno di tutto per esserlo…
In fondo, a ben pensarci, un comportamento non molto diverso da quello che costituisce una tentazione per ogni uomo e donna di tutti i tempi. Quindi anche per ciascuno di noi. Possiamo chiederci: oggi, quali cattedre abbiamo? Soprattutto, quali seguiamo? La cattedra della mentalità comune, dell’interesse, della vanità, del tutto-subito, della TV e di internet, di chi – a volte in maniera subdola – ci trasmette il suo modo di intendere la vita? In altri termini, chi è il maestro che seguo?
“Ma voi”…ci dice Gesù. Ma: una congiunzione avversativa, che ci dice il modo originale e diverso intendere la vita che il Vangelo ci propone (Domenica riflettevamo sul volto “altro di Gesù”). “Voi siete tutti fratelli”; “uno solo è la vostra guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà, sarà esaltato.
Questa è l’autentico insegnamento; è la cattedra di Dio. Che ci insegna in cosa consiste la vera umanità. Che Mosè e Pietro ci hanno trasmesso.