Approvati il Calendario particolare, il Proprio delle Messe e il Proprio della Liturgia delle Ore per la Diocesi di Iglesias
La Cancelleria Vescovile rende noto che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in data 23 settembre 2025 ha concesso la recognitio al Proprium (i testi liturgici per la celebrazione della S. Messa e della Liturgia delle Ore) della Diocesi di Iglesias. Esso sostituisce la precedente raccolta di testi, a carattere regionale, risalente a cinquant’anni fa.
Giovedì 13 novembre, nell’ambito del ritiro del clero, presso la Basilica di Sant’Antioco martire in Sant’Antioco saranno presentati i nuovi testi.
S. E. Monsignor Mario Farci, Vescovo di Iglesias, con proprio decreto del 4 ottobre 2025, Festa di San Francesco d’Assisi, ha promulgato il Calendario particolare, il Proprio delle Messe e il Proprio della Liturgia delle Ore e ha stabilito l’obbligatorietà di tali testi per tutta la Diocesi a partire dal 30 novembre 2025, Prima Domenica di Avvento.
Storia. La necessità di avere un Proprium per la Diocesi di Iglesias nasce dal bisogno di adeguare e rinnovare quanto già esistente e finora in uso nelle nostre chiese per la celebrazione dei santi del nostro calendario particolare. Il 20 settembre 1975, su istanza di mons. Giuseppe Bonfiglioli, allora presidente della Conferenza Episcopale Sarda, la Sacra Congregazione per Sacramenti e il Culto divino aveva approvato il Calendario particolare, le Messe proprie e la Liturgia delle Ore propria per tutte le diocesi della Sardegna. Ora, dopo aver provveduto a redigere un nuovo Calendario particolare e a comporre i testi necessari sia per la celebrazione della S. Messa che per la celebrazione della Liturgia delle Ore riguardanti la nostra Diocesi e avendo ricevuto la necessaria recognitio del Dicastero della Santa Sede competente, si rende necessaria la promulgazione e pubblicazione di tali nuove edizioni.
Novità. Le novità contenute nei testi approvati sono diverse. Si noterà come siano state inserite le memorie obbligatorie riguardano i santi pontefici di origine sarda (Ilario e Simmaco) e il papa che nella nostra terra concluse la sua vita, dando testimonianza a Cristo fino all’effusione del sangue (Ponziano). La memoria di sant’Ignazio da Laconi e di santa Barbara sono giustificate dal loro culto molto diffuso nella nostra diocesi: il primo trascorse una prima parte della sua vita nella nostra Diocesi, la seconda è patrona di diverse chiese che sorgono in un territorio dal passato minerario. Si è, inoltre, inserita la memoria della beata Vergine Maria del Buon Cammino, perché la devozione risulta molto attestata in tutte le comunità della diocesi, con numerosi pellegrinaggi che si compiono verso il Santuario a lei intitolato.
Risultano confermate la Solennità della beata Vergine Maria di Bonaria, come patrona di tutta la Sardegna, la Festa di Sant’Antioco, martire, patrono principale della Diocesi, la memoria obbligatoria della beata Vergine Maria di Tratalias, patrona secondaria della nostra Chiesa particolare, e la Solennità della Dedicazione della propria chiesa (per quelle chiese di cui non si conosce la data precisa).
Di nuovo inserimento sono la Commemorazione del Ritrovamento del corpo di Sant’Antioco martire e lo spostamento al 12 agosto della memoria facoltativa di Sant’Ippolito, presbitero e martire, per la coincidenza nel giorno seguente della nuova memoria obbligatoria di San Ponziano. La Festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale è stata traslata al 14 di novembre, giorno libero da altre ricorrenze liturgiche.
Criteri redazionali. Nella redazione dei testi si è seguito con perizia l’aggiornamento alla III edizione del Messale Romano, sia per le nuove orazioni che per le antifone. Ugualmente è stata utilizzata la nuova traduzione italiana della Bibbia realizzata nel 2008. La necessità di comporre testi ed orazioni proprie nasce, prima di tutto, dalla fede del popolo di Dio che lungo i secoli ha costantemente mantenuto intatta la propria devozione verso i nostri santi, e li ha venerati con sommo rispetto, facendoli giungere fino a noi. Questa fede “granitica” del popolo sardo ha permesso, ai loro pastori, di sentire l’esigenza di avere testi propri con cui celebrare la liturgia e soprattutto di poter pregare insieme con un linguaggio comprensibile a tutti e adeguato alla sensibilità odierna. Ciò ha permesso di compiere un’opera di ricognizione del materiale già esistente, le “Messe proprie della Sardegna” del 1975, sia nei documenti ufficiali che nelle singole comunità, e poi di riflettere insieme per comporre eucologie nuove e testi più adatti alla nostra Chiesa particolare.

