SEME, primo incontro di presentazione

Non una semplice scuola ma un’esperienza da vivere, nello stile sinodale che abbiamo fatto nostro in questi ultimi anni. Questa sarà la SEME, la Scuola per l’Evangelizzazione e i Ministeri Ecclesiali della diocesi che ha preso ufficialmente il via mercoledì 3 dicembre 2025, nel seminario vescovile di Iglesias. A presentarla il vescovo Mario e don Giuseppe Tilocca, direttore della SEME. Con loro, nella sala riunioni al piano terra, una quarantina di iscritti – ma c’è ancora tempo per tutto il mese di dicembre – e l’inviato di Tv2000, che ha curato un servizio sull’iniziativa e che è stato trasmesso martedì 9 dicembre nella trasmissione “In Cammino”, dedicata proprio alla Diocesi di Iglesias.
Sgombrando da subito ogni equivoco, è stato chiarito che la SEME non è una scuola di Teologia come la Facoltà Teologica o l’Istituto di Scienze Religiose, delle quali in momenti diversi il nostro vescovo Mario è stato rispettivamente preside e direttore, ma una scuola per l’evangelizzazione e per i ministeri ecclesiali. La SEME, mai nome poteva essere più evocativo, è “un germoglio di vita nuova nella nostra diocesi, affidata al Signore perché la accompagni e porti frutto nella nostra Chiesa”, ha detto mons. Farci. L’esperienza della scuola – e la parola “esperienza” è stata sottolineata più volte – è anche espressione della ricchezza della nostra chiesa particolare, ha osservato il vescovo Mario, ricordando come spesso nel nostro territorio si evidenzino i problemi, la difficoltà per il lavoro, ma occasioni di formazione, comunione, partecipazione come questa siano invece il segno della ricchezza delle nostre comunità e un’importante occasione per costruire futuro nella speranza.
“La SEME ha avuto una gestazione lunga e una realizzazione concreta solo in questo anno pastorale” ha precisato don Giuseppe Tilocca, presentando contenuti e modalità operative. Se ne iniziava già a parlare nell’ultimo periodo della guida pastorale di mons. Zedda, per rispondere alla richiesta di alcuni che desideravano essere accompagnati nella formazione al ministero istituito dell’accolitato e del lettorato, e poter così accedervi. Le richieste in realtà erano poche, in tutto tre persone, determinate nel loro intento al punto da non aver mai perso la speranza di ricevere una risposta. Così, nel frattempo, con l’avvicendamento dell’amministratore apostolico card. Miglio al vescovo Giovanni Paolo e poi l’arrivo del nostro nuovo pastore, si è avviata una riflessione nelle foranie, partendo da un’idea ancora vaga, in attesa di essere concretizzata.
L’arrivo del nuovo vescovo, il 9 febbraio scorso, e la celerità con cui la diocesi si è dotata di un organismo importante per il discernimento pastorale – il Consiglio Presbiterale, istituito nel giugno scorso – hanno accelerato il processo di formazione della Scuola.
Don Giuseppe ha precisato che c’è “un elemento importante per comprendere meglio il senso della proposta formativa alla quale si sta aderendo”. La richiesta dei tre o quattro che desideravano essere accompagnati in un cammino che li aiutasse ad accedere al ministero a cui si sentivano chiamati suscitava un interrogativo non secondario “che cosa gli facciamo fare concretamente? Bastano pochi incontri? Oppure, data l’importanza che la Chiesa riconosce ai ministeri istituiti, è necessario pensare un’esperienza più strutturata, con tempi adeguati per sviluppare i contenuti?”
Alla fine si è scelta la seconda soluzione. Ascoltando anche i parroci delle diverse foranie, ci si è accorti che la proposta – tenendo conto della necessità di formare anche al ministero istituito del catechista e di accompagnare la già numerosa schiera dei ministri straordinari della comunione – poteva superare di molto le tre richieste iniziali, ed essere aperta anche a quanti desideravano semplicemente intraprendere un percorso per una maggiore consapevolezza della propria fede. “È così che una scuola per i ministeri è stata pensata anche, e prima di tutto, come una scuola per l’evangelizzazione – ha concluso il direttore – Il suo obiettivo è formare ad una mentalità ecclesiale, missionaria, sinodale, vissuta concretamente nella corresponsabilità delle diverse ministerialità, ordinata e istituite.