Roma, Basilica San Paolo fuori le Mura, 16 marzo 2025
Il volto “altro”
Alle mie spalle, nell’abside domina la figura del Cristo Pantocratore (cioè Onnipotente), voluta da papa Onorio III nel XII sec. Possiamo così contemplare il volto di Gesù che campeggia nel dipinto.
È quanto la liturgia di questa 3 dom di Quaresima ci invita a fare. Ogni anno, il secondo passo di questo tempo liturgico ci fa riflettere sula brano della Trasfigurazione di Gesù. Quest’anno traendolo dal racconto di Lc 9,28-36 che si trova al centro di questo Vangelo. Nella prima parte ci si è chiesti “Chi è Gesù”: per Erode è il profeta, per la gente il Battista, per i discepoli il Messia. Ora si rivela il suo volto: “Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto” (lett “divenne altro”).
Il Volto è la parte del nostro corpo più espressiva; dice l’identità: nei nostri documenti la fotografia ritrae il volto. Dice la nostra storia: diverso è il volto di un giovane o di un anziano, di un contadino o di uno studioso. Dice lo stato d’animo, i nostri pensieri, i nostri sentimenti. Ricordo una volta ricevetti in ufficio in facoltà una persona immediatamente dopo che un altro mi aveva fatto arrabbiare. Mi disse: Se vuole rimandiamo il colloquio. Chiesi: perché? Perché il suo volto dice niente di buono!
Il volto è un capolavoro da ammirare, un codice da decifrare. La chiesa oggi ci fa ammirare il volto di Gesù, presentandoci l’esperienza di fede degli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo: hanno colto la Sua identità, più che in un singolo episodio, in tutta la loro vita. Hanno capito che il volto di Gesù è “volto altro”: Altro è l’attributo di Dio. Egli è il “totalmente Altro” (Agostino “aliud”, poi Kierkegaard, Otto, Barth…), il Qadosh nella fede ebraica. Tutto il vangelo ci mostra questa alterità. Altro rispetto a quanto ci saremmo aspettati, Altro rispetto al modo di pensare comune, all’idea che continuamente di costruiamo di Lui. Altro…come tutto il resto del Vangelo ci mostra… Altro fino alla croce, dove Lc collocherà la contemplazione (theoria) del nuovo volto di Dio, e poi fino alla Risurrezione e all’Ascensione.
Oggi contempliamo questo volto perché anche il nostro volto possa migliorare: perché nel volto di Gesù possiamo specchiarci, possiamo rasserenarci e per così dire rendere migliore, fare il lifting al nostro volto. Perché anche il nostro volto diventi “altro”, cioè il volto di un uomo e una donna fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Non solo, contempliamo il volto “altro”, perché possiamo contemplare il volto di Gesù nell’altro. Cioè nel fratello e nella sorella che Dio ci ha posto accanto. Del resto la parola “volto”, dice relazione: volto viene da “volgere”; viso viene da “vedere”.
A contemplare il volto, ci sono Come Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i profeti, quindi tutta la storia della salvezza per Israele. Parlano dell’esodo di Gesù, cioè del suo cammino dal Padre che culmina con la morte e Risurrezione. Anche noi pellegrini riviviamo l’esodo di Gesù, che si è fatto pellegrino, ha camminato su questa terra, mostrandoci il vero volto di Dio e il vero volto dell’uomo, fino al dono totale di sé. Per questo è stato riconosciuto dal Padre: Questo è il mio figlio, ascoltatelo! È il mio figlio perché il suo volto è davvero il mio volto!
A noi pellegrini di speranza, che compiamo il nostro esodo, mostra Signore il tuo volto. Null’altro cerchiamo, nient’altro vogliamo: vedere il tuo volto “Altro”, perché anche noi possiamo essere riconosciuti come tuoi Figli, che vivono come te e somigliano in tutto a Te!