27/04/2025 – Dedicazione Altare Santuario del Buon Cammino

Parola e Pane: unico dono d’amore

In ogni chiesa c’è un presbiterio (luogo in cui stanno i presbiteri) e in ogni presbiterio, ci sono due luoghi centrali, che sono come fuochi di un’ellisse: l’ambone e l’Altare. Ogni Liturgia si svolge tra questi due luoghi: la Parola e l’offerta, il dono, il Pane.  A ben pensarci, questi due luoghi scandiscono la nostra vita e la nostra fede. La vita, anzitutto: non ci può essere vita senza comunicazione; e la comunicazione porta alla condivisione. Ogni mamma e ogni papà educano il proprio figlio con la parola e con tutta la vita, con l’amore. Non basta parlare: occorre amare; ma d’altra parte l’amore ha bisogno di essere comunicato. Parola/comunicazione e azione/dono si richiamano reciprocamente

Questo avviene anche nella fede: fides ex auditu (dice Paolo: Rm 10,17): la fede nasce dall’ascolto della Parola; ma non basta la Parola: è necessario realizzarla: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 14,35).

Così è nelle Letture che abbiamo appena ascoltato: anche qui troviamo questi due elementi: Parola e dono d’amore. In modo particolare nella prima lettura e nel Vangelo. A seguito dei discorsi di annuncio della risurrezione tenuti da Pietro “molti segni e prodigi avvenivano tra il popolo…Tutti erano soliti stare insieme”: si comunica la fede, cambia la vita: nasce la Chiesa! La pagina del Vangelo ci ha presentato l’apparizione di Gesù la sera di Pasqua e quella che avviene la domenica successiva ai discepoli riuniti come noi oggi “Otto giorni dopo”. In questo caso è Gesù in persona che annuncia la sua risurrezione “Pace a voi”. Passando per le sue ferite, si arriva al dono dello Spirito, al mandato di essere portatori della sua misericordia, cioè di testimoniare con la vita l’amore che Egli ha avuto per la Chiesa e l’umanità.

In questo modo nasce la Chiesa. La chiesa-edificio, con i suoi spazi liturgici, riprende una realtà che è ben più importante: la Chiesa-comunità, sacramento della salvezza di Cristo. La liturgia ci fa rivivere tutto questo. L’ambone è la pietra del sepolcro rovesciata dalla quale gli angeli annunciano la Risurrezione. La mensa è il luogo in cui il dono d’amore di Cristo si riattualizza, facendoci uno tra noi e con Lui. Parola e Pane, ambone e altare ci fanno rivivere il mistero Pasquale, fonte della nostra salvezza.

Per questo noi abbiamo benedetto l’ambone e tra poco dedicheremo questa mensa: ogni centimetro sarà impregnato del sacro Crisma, per riservare questa pietra al dono d’amore che Cristo ha fatto di sé, che sale al cielo, come l’incenso che bruceremo. Dono d’amore che ha cambiato la storia, ci ha cambiato la vita e ci ha fatto Chiesa.

Su questo altare si compie non solo il dono della vita di Cristo ma anche della nostra vita. Mi piace sottolineare questo. San Gregorio Magno dice: “Che cos’è l’altare di Dio se non l’anima di coloro che conducono una vita santa?… A buon diritto, quindi, l’altare di Dio viene chiamato il cuore dei giusti” (Homiliarum in Ezechielem II, 10, 19; PL 76, 1069). Qui c’è la vita di ciascuno di noi; anche quando come Tommaso fatichiamo a capire ciò che Gesù ha fatto per noi; quando rifiutiamo le nostre ferite…

In modo particolare care, sorelle monache, qui ci sarà la vostra vita, il vostro dono d’amore. Lasciate allora che dica che quest’altare è un luogo preziosissimo per la nostra Chiesa di Iglesias, perché in esso c’è l’offerta della vostra vita: un’offerta totale, che richiama la nostra chiesa a ciò che deve essere oggi e che sarà la nostra vita futura: perfetta carità, amore e solo amore! Sino a che ci sarete voi, nell’alto di questo colle a vegliare sulla città, il vescovo sarà tranquillo: anche lui guarderà in alto per respirare un po’ di aria pura; e con lui, faranno altrettanto non solo gli abitanti di Iglesias, ma di tutta la diocesi. Nel benedire l’ambone e dedicare l’altare, diciamo grazie al Signore per la Parola e il Pane: unico dono d’amore; e diciamo anche grazie a voi, care sorelle, che fate della Parola e del Pane, unico dono d’amore, la sola ragione della vostra vita.