Iglesias, santuario della B.V. del Buon Cammino, 26 ottobre 2025
Partecipare a sa festa manna
È la prima volta che prendo parte alle celebrazioni in onore della Madonna del Buon Cammino. Ho percepito davvero tanta partecipazione. L’altra sera ho chiamato don Carlo mi ha detto: “Sono ancora al colle. Oggi è venuta davvero tanta gente!”
Mi sono chiesto: “Cosa viene a fare questa gente in questo santuario? Perché viene? Si tratta semplicemente di rispetto di una tradizione o c’è un motivo più profondo? Vorrei tentare una risposta a partire dalle 3 letture che abbiamo appena ascoltato, che credo abbiano dei contenuti che fanno al caso nostro.
Il Siracide ci ricorda che Dio è un Dio giusto, che non fa preferenze, ma ascolta la voce dell’oppresso, della vedova, dell’orfano, del povero. Questo ci consola, perché anche noi a volte ci sentiamo piccoli, dimenticati, affaticati dalla vita. Eppure la nostra preghiera – se viene da un cuore sincero – “attraversa le nubi”, dice il Siracide, arriva fino a Dio. A volte sollevando lo sguardo verso il colle dal mio giardino, come faccio pressoché tutti i giorni per lanciare un saluto affettuoso alle nostre care monache e invocare la loro intercessione per il vostro povero vescovo, vedo delle nubi. Questo quadro mi fa pensare questo monastero ancora più vicino al cielo. Davvero la preghiera penetra le nubi. Chi viene qui, lo fa per respirare un’aria più pura e sentirsi più vicino a Dio
Anche Maria ha fatto questa esperienza: in lei il cielo addirittura si fa carne! Guardare a Maria del Buon Cammino significa credere che anche il nostro piccolo cammino ha valore agli occhi di Dio. Recarsi qui è “attraversare le nubi” con la nostra preghiera. Ne abbiamo davvero bisogno!
La seconda lettura ci ha presentato l’epilogo della vita di Paolo e la sua esperienza di fede. “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.” La vita è un cammino, spesso faticoso. La nostra vita è così: una battaglia a volte, una corsa o almeno un “cammino”. Come può essere buono, “un buon-cammino”? Conservando la fede: la nostra fede deve essere preservata e alimentata! Paolo non è stato sempre accolto. Anzi, spesso è stato solo, abbandonato. La sua vita non è stata facile: personalmente mi è diventato simpatico quando ho studiato quanto ha sofferto per vil vangelo. Ma non si è mai scoraggiato, perché – dice – “il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza.” Non è forse quello che tanti di noi provano quando, venendo al Buon Cammino, affidiamo a Dio e alla Madonna, anche solo con uno sguardo o un segno della croce, la nostra fatica? È quanto facciamo oggi, affidando alla Madonna la nostra città, con le sue gioie, le sue difficoltà e i suoi problemi. Maria ci accompagna. Non per toglierci le difficoltà, ma per stare con noi in mezzo ad esse, per ricordarci che Dio è fedele, anche quando tutto sembra crollare.
Il Vangelo ci dice l’atteggiamento fondamentale che sta alla base di tutto questo. Anche questa pagina ha a che fare con il nostro pellegrinaggio: ci parla infatti di due personaggi che salgono al tempio a pregare, come abbiamo fatto noi, passano anche loro le nubi… Una parabola di cui abbiamo bisogno, più di quanto pensiamo! La parabola è diretta proprio alle persone considerate più vicine a Dio. Il fariseo istintivamente non ci è simpatico, invece è colui che incarna la nostra condizione. È facile attualizzare il racconto. Immaginiamo di entrare un giorno in questa chiesa e di vedere una monaca che prega e un poco-di-buono che sta in fondo. Cosa penseremmo? Forse che è venuto per secondi fini, per scassinare la cassetta delle offerte o qualcosa di simile… Il Signore non guarda la nostra condizione sociale, la nostra bravura e neppure il nostro peccato: il pubblicano era un ladro, potremmo paragonarlo a un mafioso!
Non basta fare “cose religiose” e credersi a posto. Bisogna avere un cuore umile; non essere incentrati su noi stessi. Questo fariseo vede solo sé stesso, le sue opere… tutto è incentrato su di lui!
Anche noi, nella nostra fede popolare, dobbiamo vigilare: non trasformiamo la devozione in abitudine, né la festa in folklore vuoto. Non crediamo di essere a posto perché abbiamo fatto certe opere. Il Vangelo ci chiede di fondare tutto, anche la nostra preghiera, sull’amore e sulla misericordia di Dio. La Madonna del resto, ha fatto questa esperienza: ha avuto un cuore semplice, vero, come quello del pubblicano.
“Se ne andò giustificato”, cioè salvato. Partecipa della pienezza della gioia di Dio, alla sua festa. Questa è la “festa manna”, alla quale Maria già partecipa indicandoci il cammino: invitandoci a confidare in Dio per attraversare le nubi, correndo la corsa della fede – come Paolo, con atteggiamento umile come il pubblicano, confidando cioè non in noi stessi ma unicamente in Dio che ci invita alla “grande festa”.
