Cristo vive! Il messaggio del vescovo per la Santa Pasqua 2019

CollegioSanStanislaoLjubljana-2010

+ Giovanni Paolo Zedda

Abbiamo attraversato il deserto quaresimale e ci stiamo avvicinando alla meta. “Gesù risorto vuole farci partecipare alla novità della sua risurrezione. Egli è la vera giovinezza di un mondo invecchiato ed è anche la giovinezza di un universo che attende con «le doglie del parto» (Rm 8,22) di essere rivestito della sua luce e della sua vita” (CV 32).
Invito tutti a leggere e meditare le riflessioni offerte da papa Francesco nella sua Esortazione apostolica Christus vivit (CV), rivolta ai giovani e a tutto il Popolo di Dio dopo l’ultimo Sinodo dei Vescovi.
Accogliendo il suo insegnamento possiamo avere la grazia di ringiovanire il nostro spirito per affrontare con nuova fiducia ogni momento della nostra storia.
Se domenica dopo domenica, e soprattutto in questa Settimana Santa, stiamo partecipando con attenzione alla Liturgia della Parola, abbiamo modo di riscoprire l’amore di Dio per noi nella persona del suo Figlio. La sua fedeltà al Padre lo ha condotto a dare, per amore, tutto se stesso fino alla fine per salvarci. “Le sue braccia aperte sulla croce sono il segno più prezioso di un amico capace di arrivare fino all’estremo: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1)” (CV 118).
E se ci accostiamo con viva fede al Signore nei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, possiamo sperimentare in noi la buona notizia che ci sarà donata il mattino di Pasqua: “in tutte le situazioni buie e dolorose c’è una via d’uscita” (CV 104).
Ma è necessario che sappiamo accogliere il dono della fede e che apriamo il nostro animo a riconoscere la verità più profonda della Pasqua, unendoci all’esperienza delle Maddalena, dei discepoli di Emmaus, di Pietro e del discepolo che Gesù amava, dell’apostolo Tommaso, e di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto: il Crocifisso è Risorto, è vivo!
Riflettendo sull’affermazione di Paolo «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede» (1Cor 15,17), vogliamo accogliere l’esortazione del Papa: “Corriamo il rischio di prendere Gesù Cristo solo come un buon esempio del passato, come un ricordo, come qualcuno che ci ha salvato duemila anni fa. Questo non ci servirebbe a nulla, ci lascerebbe uguali a prima, non ci libererebbe. Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, Colui che ci trasforma, Colui che ci guarisce e ci conforta è qualcuno che vive” (CV 124).
Se ci lasciamo conquistare da Cristo Risorto, potremo, come Paolo, “conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendoci conformi alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dei morti” (cfr. Fil 3,10-12).
La nostra vita sarà diversa. Non mancheranno le difficoltà, non saranno annullati gli ostacoli e le tentazioni, ma sapremo, nella giustizia che viene da Dio, basata sulla fede in Cristo Risorto, affrontare tutto con speranza e coraggio.
Se Cristo vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita, e che le nostre fatiche serviranno a qualcosa. Allora possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti, perché con Lui si può sempre guardare avanti. Questa è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’eterno vivente. Aggrappati a Lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo il cammino” (CV 127).
Ancora nella speranza, finché siamo su questa terra, ma sarà già davvero Pasqua, ogni giorno, perché il Crocifisso è risorto, vive in noi e noi siamo già risorti con Lui!