Prime Comunioni e Cresime, le indicazioni del vescovo Giovanni Paolo

Ai Presbiteri, ai Diaconi
e alle Comunità parrocchiali

ucd-2020-00001-1 ritCarissimi,
nel mese di giugno ci eravamo dati appuntamento all’autunno per decidere in merito alle celebrazioni delle Prime Comunioni e delle Cresime, sospese con l’inizio della pandemia.
Purtroppo la situazione di emergenza sanitaria non si è chiarita del tutto e sul futuro restano tante ombre e incertezze. Abbiamo però il dovere di cercare le modalità più adatte per vivere le difficoltà attuali senza rinunciare alla nostra responsabilità di evangelizzazione.
Per prima cosa, pur con le limitazioni dovute alle norme sanitarie cautelative, è importante che ogni comunità parrocchiale si impegni a verificare la situazione concreta in vista di una ripresa della catechesi ai ragazzi, ai genitori e all’intera comunità per una partecipazione alla vita cristiana in tutti i suoi aspetti, liturgici, sacramentali e di testimonianza della carità, e specificatamente riguardo alla preparazione ai sacramenti dell’iniziazione, senza però fermarsi all’aspetto celebrativo e senza tralasciarne l’esigenza mistagogica, con l’obiettivo di favorire in ogni battezzato una esperienza sempre più profonda dei misteri della fede e un inserimento coerente nella vita della comunità.
Chiedo perciò anzitutto ad ogni parroco di valutare la realtà della situazione catechetica nella propria comunità: disponibilità attuale di catechisti, possibilità attuale per la catechesi ai ragazzi e di incontri formativi con i genitori, difficoltà attuali e prospettive di soluzione delle criticità.
Attendo da ognuno dei parroci di poter conoscere il suo parere sulla situazione e su come la comunità pensa di intervenire per riprendere il cammino formativo, superando la stasi che si è verificata a causa della pandemia e della purtroppo abitudinaria assenza estiva di tanti dalla vita parrocchiale.
Dopo questo primo necessario passo di verifica si potrà anche decidere, parrocchia per parrocchia, la ripresa delle celebrazioni sacramentali della Prima Comunione e della Cresima.
Riguardo alle Prime Comunioni sarà possibile che in ogni parrocchia esse si celebrino in piccoli gruppi in diverse date, con la speranza che la partecipazione dei ragazzi e delle famiglie non si riduca alla “Prima”, ma che ogni ragazzo venga aiutato ad inserirsi attivamente nella vita cristiana.
La difficoltà che stiamo affrontando può diventare occasione propizia perché la comunità cristiana riscopra che la vita cristiana, pur fondata sui sacramenti, non può esaurirsi nella ammissione alla loro celebrazione, soprattutto se vissuta più come fatto sociale che come espressione di fede, ma deve diventare manifestazione viva nella concretezza dell’esistenza di ognuno, di ogni famiglia e dell’intera comunità.
Quanto alla celebrazione delle Cresime il problema appare più complesso.
Mi sembra importante che, eccetto casi particolari, sia il Vescovo ad amministrarle, come segno visibile dell’unità della Chiesa diocesana.
In relazione all’attuale necessario contingentamento della presenza numerica in chiesa, è da mettere in conto la necessità di una moltiplicazione delle celebrazioni, la cui reale possibilità sarà da verificare caso per caso, in modo da lasciare spazio sufficiente alle famiglie e ai padrini, ma senza escludere del tutto una presenza qualificata della comunità.
Questa mia posizione pastorale richiede indubbiamente una attenta e responsabile partecipazione di ogni presbitero e di ogni comunità, sia quanto al discernimento e alla valutazione della realtà attuale e alla programmazione della vita parrocchiale per il futuro, sia riguardo alle decisioni sulle modalità delle celebrazioni.
Mi sembra importante una doverosa attenzione ad evitare decisioni affrettate di celebrazioni senza una necessaria prudente preparazione, sia una altrettanto superficiale rinuncia ad esse solo perché non è stato possibile vivere una “normale” catechesi come prima della pandemia: non possiamo unicamente attendere che le situazioni si normalizzino. È importante fare di tutto perché i nostri cristiani sappiano accogliere con responsabilità e fiducia le sfide di questo tempo di difficoltà.
Ovviamente queste indicazioni sono condizionate alla imprevedibilità dell’emergenza sanitaria in corso e alle relative nuove norme governative che dovessero essere emanate.
Il Signore ci sostenga e ci aiuti a rinnovare il nostro impegno di evangelizzazione con spirito di autentica conversione pastorale.

Iglesias, 1 settembre 2020

+ Giovanni Paolo Zedda