Guerra in Ucraina, la vicinanza della diocesi

Le collette, personali e comunitarie, potranno essere versate sul conto della Caritas diocesana


Mentre si continua a sperare e a pregare affinché cessino quanto prima le violenze della guerra in Ucraina e continui operosamente il dialogo fra le parti, la diocesi di Iglesias, con il suo Vescovo Giovanni Paolo, esprime la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto armato.

27 febbraio 2022: sfollati nella cattedrale di Kiev (Foto: Chiesa greco-cattolica ucraina)

La capitale dell’Ucraina, Kiev, è sempre sotto assedio e, oltre alle vittime e ai feriti provocati dalla guerra, si registra il rischio di una catastrofe umanitaria. Si continua a sperare e a pregare affinché cessino quanto prima le violenze della guerra in Ucraina e continui operosamente il dialogo fra le parti. Nel frattempo, oltre ai morti e ai feriti, si sommano anche le cifre di quanti provano a fuggire dagli orrori e dai pericoli della guerra. Nei giorni scorsi le Nazioni Unite hanno stimato in oltre 1 milione e mezzo i profughi ucraini: un dato destinato a crescere nell’immediato futuro.

Caritas Italiana è in collegamento continuo con le Caritas che sono in Ucraina: Caritas Spes (della Chiesa latina) e Caritas Ucraina (della Chiesa greco-cattolica). Inoltre, Caritas Italiana opera in coordinamento con Caritas Europa e Caritas Internationalis e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti con l’Ucraina, le quali si stanno già adoperando per l’accoglienza delle persone in fuga dalle zone in conflitto.

«La guerra è quando quegli eventi che hai pianificato nel calendario in un istante perdono il loro valore e, come un fantasma del passato di pace, ti ricordano una vita tranquilla. La guerra è come un “mercoledì delle ceneri” che arriva una settimana prima del solito. La guerra è come se sette giorni diventassero un giorno solo. La guerra è un tempo prima e dopo. La guerra è quando le parole “ricordati di essere polvere” si materializzano». Con queste parole don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas-Spes Ucraina, è intervenuto (online) da Kiev giovedì 3 marzo, in occasione di un momento di confronto promosso dalla Caritas Italiana e aperto alle Caritas diocesane (presente anche la Caritas diocesana di Iglesias). «In questo momento difficile, c’è un grande bisogno di unità e sostegno. Abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli». All’angoscia per i bombardamenti, le morti e i feriti che, come sempre, vedono coinvolti tantissimi civili si somma anche la preoccupazione per il numero di profughi in crescita che sta cercando di lasciare le proprie case per trovare riparo in altre parti dell’Ucraina e nei Paesi limitrofi. Al confronto (online) del 3 marzo ha preso parte anche Tetiana Stawnychy, Presidente di Caritas Ucraina, la quale da Lviv (Leopoli) ha lanciato un toccante appello: «Vi chiediamo di starci vicino con la solidarietà e la preghiera».

Caritas Italiana, insieme a tutta la rete delle Caritas diocesane, sostiene le due Caritas in Ucraina «con aiuti concreti e con un ruolo promozionale, con l’invito anche a riflettere sulle cause della guerra e con costante attenzione alle persone. È inoltre accanto e a supporto delle Caritas dei paesi confinanti, per aiutarle nell’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra». Caritas Italiana supporta varie attività e progetti delle Caritas in Ucraina, fin dal 2014. I filoni di intervento che la Caritas Italiana sta attualmente seguendo sono:

  1. coordinamento con il network europeo e internazionale e comunicazione in Italia;
  2. supporto agli interventi umanitari in Ucraina;
  3. supporto agli interventi umanitari nei Paesi limitrofi;
  4. preparazione per l’accoglienza degli ucraini in Italia.

Come si legge in una nota del 5 marzo scorso di Caritas Italiana «i primi progetti di risposta ai bisogni emergenti (appelli di emergenza) definiti da Caritas in Ucraina e dalle Caritas dei Paesi limitrofi per consentire gli interventi emergenziali nelle prime settimane (beni di prima necessità, trasporto sicuro, accompagnamento delle persone in condizione di maggiore sicurezza possibile, accoglienza nei centri Caritas per rispondere ai bisogni primari, supporto psico-sociale) richiedono un impegno finanziario complessivo di circa 5 milioni di euro. A questi primi progetti di emergenza – prosegue la nota – ne seguiranno altri al fine di rispondere adeguatamente ed efficacemente ai bisogni emergenti e per garantire anche interventi umanitari di medio-lungo periodo».

Da parte della Caritas è inoltre costante il confronto con le istituzioni pubbliche (Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell’Interno, Prefetture), con la rete delle associazioni cattoliche e con diversi attori non-governativi italiani.


Anche la Chiesa diocesana di Iglesias non rimane indifferente e fa appello affinché ognuno faccia la propria parte. Mentre si stanno valutando delle possibilità per possibili accoglienze di profughi, in stretto collegamento con le autorità istituzionali preposte e in raccordo con la Delegazione regionale Caritas Sardegna e Caritas Italiana, si invitano le comunità parrocchiali e ogni persona di buona volontà a dare il proprio contributo. Si sollecitano le parrocchie a sensibilizzare le rispettive comunità parrocchiali e a promuovere momenti di preghiera e di approfondimento conoscitivo sull’emergenza in atto. In questa prospettiva, la Caritas diocesana si rende disponibile con i propri collaboratori, in particolare con il Gruppo diocesano di educazione alla giustizia, alla pace e alla mondialità.

Si precisa che non sono previste raccolte e spedizioni di beni materiali (alimentari, coperte, medicinali, ecc.) da inviare in Ucraina. Nella situazione di emergenza dovuta alla guerra in corso tale modalità di aiuto risulta logisticamente molto complessa (gli stessi beni possono essere acquistati in loco o nei Paesi limitrofi a costi minori e senza le spese dovute al trasporto). Si raccomanda alle Caritas parrocchiali di evitare di aderire a raccolte di alimentivestiario e medicinali se non concordate a livello diocesano e di operare sempre in rete (in coordinamento con la Caritas diocesana) e non da soli. Pertanto, in questo momento l’aiuto in denaro, coordinato dalla Caritas Italiana, è il modo più semplice ed efficace per far giungere la solidarietà della Chiesa italiana a quelle popolazioni. Così si è espressa anche la Presidenza della CEI, con un comunicato stampa del 28 febbraio scorso, nel quale «invita a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese».

Le collette, personali e comunitarie (anche a livello parrocchiale), potranno essere versate sul seguente conto:

DIOCESI DI IGLESIAS – CARITAS DIOCESANA
Codice IBAN: IT 36 M 01015 43910 000000016779
Causale: “Europa/Ucraina”

Ogni altra forma di disponibilità, anche al fine di attivare una mappatura delle risorse umane e logistiche connessa alle accoglienze, può essere inviata a: emergenzaucraina@caritasiglesias.it

Il portale www.caritasiglesias.it rimane sempre aggiornato per fornire tutte le informazioni disponibili.